Cosa vi dovete aspettare quando prendete un traghetto per la Sardegna: un racconto semiserio di espatriati sardi (o disterrausu).
Dedicato a tutti quelli per i quali andarsene era l’unico modo serio di restare.
Viaggio in Sardegna, Michela Murgia
Sommario
Istruzioni di viaggio
Ho sempre pensato che il modo migliore per arrivare in Sardegna fosse salendo su un traghetto, anche se le tratte comode, veloci e dal prezzo allettante delle low cost ci inducono il più delle volte a ripiegare sulla scelta dell’aereo.
Ma compreso nel prezzo del biglietto vi è una componente che noi chiamiamo “tassa sull’immigrato”
Agenzia Riscossione Traghetti
La tassa sull’immigrato è una imposizione molto particolare. Non viene riscossa dallo Stato, ma viene pagata alle compagnie marittime da parte del “disterraus”. In sardo il disterrausu è, colui che è rimasto senza terra, colui che ha la colpa di avere scelto (ma anche non scelto) di crescere lavorativamente altrove e deve pagare il prezzo salato di tornare alla terra natia, almeno due volte all’anno.
La tassa emotiva sull’immigrato
Secondo il decalogo non scritto dell’immigrato sardo: se si prende l’aereo si tratta di visite non ufficiali, di toccata e fuga, dove si è dispensati dal giro delle visite dei parenti con la scusa del poco tempo a disposizione: sai zia voglio andare al mare…mi manca tanto – ma certo tesoro, voi non ce l’avete mica in Padania questo paradiso, vai al mare – giusto per avere un assaggio della moderata superbia del sardo medio!
Quindi, ricapitolando: se prendi l’aereo sono vacanze brevi, più che altro necessarie per espletare un adempimento burocratico, per fare una di quelle cose che non si è mai smesso di fare nella terra d’origine.
“Occorre sempre seminare dietro un pretesto per tornare, quando si parte.”
Oceano Mare, Baricco
Quando il tempo si ferma per tutti tranne che per te
Invece l’arrivo in nave identifica un altro tipo di viaggio.
Significa che arrivi alla casa materna e paterna per starci a lungo e illuderti di riprendere i rapporti con le persone e con la terra d’origine da dove li avevi interrotti. E tutto questo spesso appare fattibile, perché la Sardegna sembra immobile. Immobile è il granito di questa terra immobile in mezzo al mediterraneo.
Ma immobile è anche il resto, comprese le dinamiche tra le persone. È proprio vero che
“i sardi si sono scelti la loro dimensione storica e la hanno bloccata”
Michela Murgia
e pare che l’anno che si scelga per congelare la realtà sia quello in cui si è persa la libertà.
In ciascun paesello sardo, hanno deciso in quale anno vivere e si sono fermati lì, verificare per credere!
“È strano tornare a casa… è tutto uguale… gli stessi odori… le stesse sensazioni… le stesse cose… ti rendi conto che l’unico a essere cambiato sei tu.”
Benjamin Button
Un viaggio di mille miglia comincia con un aperitivo
Riprendendo il viaggio…la recente novità sui traghetti è l’angolo aperitivo. Sembra di essere in una nave da crociera lussuosa, i tavolini al tramonto, lo spritz con il ghiaccio, il piano bar con strani personaggi che suonano e che potrebbero diventare politici.
Siamo l’esercito delle borse frigo
Ed ecco arrivare – una volta mollati gli ormeggi – l’esercito delle borse frigo. Da ogni parte del mondo, in ogni continente e latitudine, il vezzo è sempre quello, apparecchiare dovunque qualunque pezzo di nave con borse frigo rigonfie di ogni ben di Dio di qualunque catena di supermercati esistenti al mondo.
Sulla nave c’è poi un momento di isteria collettiva, dove chi non ha prenotato la cabina inizia a cercarsi un’alcova d’emergenza. Ecco partire l’occupazione abusiva di interi divanetti e tavoli, materassi gonfiabili che sembrano fatti su misura per gli angoli vicino al bagno, persone che passeggiano abbigliate con un pigiama abbinato alle ciabatte, per dormire poi in una semplice poltrona o ancora meglio chiacchierare tutta la notte.
La notte prima di Capodanno
Tutto questo pigiama party collettivo mi fa pensare alla sera prima di Capodanno, quando già partono i festeggiamenti ma ancora non si vogliono stappare le bottiglie migliori, e si passa il tempo insieme, facendo le prime tombolate e i giochi con le carte per organizzare meglio il festone del giorno dopo. Sono le ore prima dell’inizio della vacanza che ci aspetta.
Il traghetto astrale
La notte in traghetto è un rito di passaggio.
Una volta lasciato il porto il traghetto si trasforma in una nave astrale che galleggia tra le stelle. Il buio pesto della notte nera sul mare ne nasconde la lentezza, ma è il prezzo da pagare per viaggiare verso la luce del giorno assolato e significa mettere il proprio cuore a tempo con il ritmo della Sardegna, rallentando i battiti.
La sveglia dei gabbiani
Il viaggio si sta per concludere, hai superato soddisfatto la notte dentro la tua cabina, ancora dormicchi, se sei stato fortunato il mare è stato calmo e ti ha conciliato il sonno.
Arriva il mozzo che bussa forte alle cabine con un forte accento napoletano, la voce in filodiffusione ti dice che stanno iniziando le operazioni di avvicinamento al porto ma, anche se siete ancora più vicino alla Corsica che alla Sardegna, senti la frenesia di una nave intera che raccoglie le sue cose sparse e chiude le valigie.
Allora vai su, nella zona ristorante, per conquistarti un cappuccino stile Starbucks da mezzo litro e un cornetto cartonato. Un gesto di puro masochismo, ma lo ripeterai anche al ritorno.
Poi esci sul ponte per vedere, ma più che altro per sentire: l’aroma del caffè si dissolve e lascia spazio all’odore di sale e all’odore di Sardegna, il mirto, il rododendro, l’elicriso.
E infine avvisti la terra come se fossi Colombo, ma la Sardegna non è terra da conquistare, ti conquista lei.
Buon viaggio!
p.s. Nonostante tutto hai voglia di organizzare il tuo viaggio in Sardegna? Comincia da qui.