Il castello di Roccabianca

castello di Roccabianca

Proseguiamo nel nostro viaggio attraverso i Castelli del Ducato di Parma e Piacenza, oggi visitiamo il castello di Roccabianca.

In arrivo al Castello di Roccabianca

Roccabianca, situata a circa 30 km da Parma, è uno dei paesi più affascinanti e suggestivi della Bassa perché avvolto da una magica bellezza e una forte vibrazione energetica.

Anche un luogo, come un essere vivente, possiede un’aura. L’intensa positività che si sente in ogni angolo del paese si intensifica al centro della piazza.

In un primo momento si colgono le onde di energia nei campi aurici, cioè si ha una sensazione istintiva, poi, le onde di energia, si elaborano con uno dei cinque sensi, cioè subentra la ragione.

Al primo impatto Roccabianca trasmette sensazioni positive, ricche di entusiasmo e gioia.  Percorrendo un lungo viale alberato si arriva al centro del paese che ci accoglie come un set cinematografico. Il porticato che circonda la piazza conserva un sapore antico e visitandolo sembra di essere già all’interno del castello.

Roccabianca
Ed è subito Cinecittà!

Un po’ di storia

Si deve a Pier Maria Rossi la costruzione di questo castello imponente, terminato nel 1463 per essere poi donato all’amante Bianca Pellegrini come loro nido d’amore, anche se Bianca preferiva risiedere a Torrechiara.

Alcuni studiosi sostengono che il nome venga dal colore dei muri, altri sono persuasi che nasca dal nome della donna alla quale fu donato.

Nel 1484, due anni dopo la morte di Pier Maria Rossi, il feudo di Roccabianca passa a Gian Francesco Pallavicino e nel 1524 con il matrimonio tra il conte Ludovico e Barbara Pallavicino la Rocca diventa proprietà dei Rangoni di Modena.

Sull’arco d’accesso al castello possiamo vedere lo stemma con la conchiglia dei Rangoni e l’aquila bicipite dei Pallavicino.

Attualmente il castello è di proprietà della famiglia Scaltriti che lo rende disponibile al pubblico. Oltre al castello si consiglia la visita alla chiesa in stile Rococò dei Santi Bartolomeo e Michele Arcangelo edificata nel 1576 per volere del marchese Giulio Rangoni. Il campanile tardo romanico, invece, fu innalzato nel 1588 sempre per volontà dalla famiglia Rangoni.

chiesa di Roccabianca
Una passeggiata nei dintorni del castello

Il fantasma del castello di Roccabianca è energia

Nonostante si dica che nel castello di Roccabianca non ci sia un fantasma si avverte, in tutte le sue stanze, una forte presenza. Probabilmente si tratta dell’energia di chi l’ha abitato e senza dubbio, anche di chi l’ha visitato.

Di solito si pensa che sia il visitatore ad entrare in un castello e non viceversa.

Si entra per guardare e curiosare respirando l’intensa e sconosciuta aria del passato. Non sappiamo quello che recepisce il nostro subconscio e nemmeno che cosa sia accaduto all’interno di quelle mura, non lo sappiamo perché siamo troppo distratti e razionali.

Si tratta di uno scambio misterioso durante il quale noi cediamo, inconsciamente, parte della nostra energia e ce ne andiamo saturi di quella che vaga nel castello.

Fate attenzione alle vostre percezioni, potreste avere la sensazione che qualcuno sia lì con voi. Dopo la visita della durata di un’ora, si avvertirà una presenza che ci accompagnerà per un periodo piuttosto lungo.

Dipende poi da noi capire se si tratta di uno scambio di energia positivo o negativo. Se volete stare tranquilli, la prossima volta che visiterete un castello, mettete in tasca una foglia di alloro.

Interno del castello

Come visitare il castello di Roccabianca

Si accede al castello di Roccabianca tramite un ponte in muratura che sostituisce l’antico ponte levatoio. Entrando nel cortile si ammira l’incantevole porticato a tre arcate con colonne di laterizio e ampi sedili ricavati nelle strombature delle finestre.

Nella volta a vela, entro ghirlande di foglie e frutti legati da nastri bordeaux, compare lo stemma con il leone rampante della famiglia Rossi e lo stemma di Bianca Pellegrini con una torre su cui poggia un falco pellegrino.

Si potrebbe dire che questo è il castello degli stemmi dato che dopo i Rossi subentrano i Pallavicino, i Rangoni e poi i Farnese, oggi è di proprietà della famiglia Scaltriti.

amore nespolo
Delicati rametti di nespolo, dipinti sui muri del porticato, recano il seguente motto: “GIA’ ACERBO, ORA DOLCE CHE MATURO” alludendo alla pazienza, e soprattutto all’amore che è appena sbocciato tra Bianca e Pier Maria Rossi che, come il nespolo, ha bisogno di tempo per maturare

Gli affreschi del portico risalgono al 1400 e, a differenza di quelli della stanza di Griselda, sono autentici. Da qui ha inizio la visita al castello.

Le stanze più belle del castello di Roccabianca

La Sala di Griselda è una delle stanze più belle del castello. Gli affreschi che vediamo sono una copia, gli originali del 1400 si trovano a Milano, conservati nel Castello Sforzesco.

La riproduzione del 1997 è stata realizzata dal pittore-restauratore fidentino Gabriele Calzetti, gli esperti la ritengono fedele all’originale elogiandone la perfezione.

Le scene sono ispirate alla centesima novella del Decamerone di Giovanni Boccaccio.  La storia narra di una fanciulla figlia di un contadino che viene data in sposa ad un marchese, il quale sottopone la fedeltà della moglie a prove dure e crudeli, quali l’allontanamento dai figli facendole credere che siano stati uccisi e l’ordine di allestire i festeggiamenti delle seconde nozze del marito con una dama giovane e graziosa. Griselda verrà premiata per la capacità di sopportazione con doni preziosi e la restituzione dei figli.

Gli affreschi ricoprono sia le pareti che il soffitto in un tenue color verde acqua che appaga lo sguardo.

I mobili che vediamo non fanno parte della storia del castello, sono del 700 e provengono da altre sedi. Le stanze visitabili sono dieci, tutte collocate su un piano rialzato e sono dotate di un loro proprio fascino.

Alle pareti della sala dall’imponente camino in terracotta si ammirano tre tele del 700 raffiguranti Giuditta e Oloferne. Altre sale interessanti sono quella dei paesaggi, la stanza delle allegorie o quattro elementi e quella dei feudi.

Prigioni, camminamenti di ronda e sotterranei

Una ripida scala sale all’ingresso della prigione dove si legge un’antica iscrizione: “VENITE PECCATORI A PENITENSA”. Dalle mura grigie e anguste pare di sentire la sofferenza di coloro che ne sono stati prigionieri.

Un’altra ripida scala conduce al Mastio dal quale, nelle limpide giornate di primavera, si può ammirare un paesaggio mozzafiato.

Lungo il camminamento di ronda, dove sentinelle attente proteggevano le mura del castello, si prova la sensazione di appartenere ad un’altra dimensione e l’aria che si respira è talmente piacevole e leggera che ci si vorrebbe trattenere, ma sollecitati dalla guida si scende per visitare i sotterranei.

Le ampie cantine, un tempo utilizzate per la conservazione del cibo, oggi sono adibite alla stagionatura di culatelli e salumi e all’invecchiamento dell’aceto balsamico.

scala Roccabianca

Gli ambienti umidi e inquietanti sembrano prigioni, ma la guida, nonostante trasmettano un certo turbamento, pensa che non lo siano state.

Comunque, quell’aura di cui si parlava prima, in queste stanze è inspiegabilmente negativa, proprio come se i muri emanassero un respiro di dolore.

Ultima tappa è la visita allo spaccio che offre l’occasione di gustare e acquistare liquori tradizionali di produzione propria.

La magia del borgo di Roccabianca

Dopo la visita al castello si consiglia un tuffo nel paese. Il Borgo affascinante e suggestivo è capace di avvolgere tutti e cinque i sensi, qualcuno dice anche il sesto.

Camminando spensierati lungo i portici misteriosi si respira la soffice aria tipica di un mondo magico.

Raggiungendo il centro della piazza si entra in uno stato mentale nel quale si percepisce una benefica atmosfera. Sono sufficienti pochi minuti per ricaricarsi.

le segrete del castello di Roccabianca

Difficile da spiegare dato che quello che si prova è soggettivo, ognuno lo vive in modo diverso, dipende dalla propria consapevolezza, anche se poi l’obiettivo è uguale per tutti. C’è chi viene colto da un senso di pace e leggerezza e chi da una gioia intensa e senza motivo.  

Un viaggio che tutti racconteranno esprimendo sensazioni diverse. Il prezzo del biglietto di otto euro per la visita al castello vale anche per questa nuova, fantastica esperienza.

Il bar del cinesino

Il paese sembra disabitato!

Un negozio di fiori, un tabaccaio che vende anche giocattoli e un solo bar.

Un tempo, mi hanno detto, c’erano tre teatri, oggi, nonostante il paese sia sotto ad un incantesimo, traspare il desiderio di un risveglio per poter offrire feste, mostre, spettacoli e rappresentazioni, ma per ora, il peso della sonnolenza lo tiene prigioniero.

Come abbiamo detto c’è un solo bar, l’interno è un po’ triste a causa di una fredda luce al neon che gli conferisce un’aria da corsia d’ospedale. Se sentite il desiderio di un momento di ristoro consigliamo di sedersi fuori, accomodandosi nell’ampia e invitante veranda. 

Il ragazzo che gestisce il bar è molto gentile e accogliente. Grazioso nel modo di servire e, nonostante gli occhi a mandorla tradiscano un’origine non proprio nostrana, sa fare un buon caffè.

Il viale alberato di Roccabianca

L’emozione del viale alberato ci assale inaspettatamente. Si guida concentrati sui cartelli con il timore di perdersi.

La strada lunga e spoglia corre assolata in mezzo ai campi e senza accorgersene si entra in un magico tunnel di foglie verdi.

All’inizio sai di essere in una via alberata, dopo un po’ sai di essere in un sogno e vorresti che non finisse mai.

Le chiome folte degli alberi si abbracciano dando origine ad una lunga, suggestiva galleria in fondo alla quale si apre il fascino di un piccolo paese misterioso.

Sono tanti i posti raggiungibili attraverso una via alberata e in tutti può esistere la forza di un soffio, ma solo da Roccabianca ci si allontana con il bisogno di tornare.

Indimenticabile è la bellezza intensa di quel viale da favola che, per sempre, accompagnerà i nostri pensieri.

Come visitare i Castelli del Ducato di Parma e Piacenza

Se vuoi scoprire come visitare gli altri castelli del ducato di Parma e Piacenza continua la lettura qui dove troverai i link per tutti i castelli e le rocche del Ducato di Parma e Piacenza che abbiamo visitato e raccontato.

Articolo scritto da Mary e Vero

Condividi sui social:

Lascia un commento

Altri utenti interessati all’argomento hanno letto questi articoli

il santuario di Fontanellato

Il Santuario di Fontanellato

Una visita al Santuario della Beata Vergine di Fontanellato. Il senso di pace che trasmette ha il potere di attrarre anche chi non crede.