I piatti più strani da mangiare in Sardegna: dove, come, quando e sopratutto perchè mai dovremmo mangiarli??
Sommario
Le anime della cucina sarda
La Sardegna ha tante anime e così la sua cucina.
C’è quella più semplice, contadina e saporita dei pani artigianali adornati come opere d’arte corinzia, dei primi piatti a forma di spighe di grano e dei dolci annegati nel miele.
C’è la cucina sarda decisamente hardcore, quella del famoso porcetto spinto all’estremo se cotto nel suo stesso sangue e della treccia di interiora arrotolata, sicuramente ostile ai vegani o ai deboli di stomaco.
E infine c’è quella esotica eppure nativa, che deriva da tante strane sfumature di questo mini continente, dalla notte dei tempi oppure dalle profondità del mare.
I 5 piatti più strani da mangiare in Sardegna
Ecco i piatti più strani da mangiare in Sardegna che abbiamo selezionato per voi, realizzati con altrettanti ingredienti locali che più locali non si può.
La Spirulina
Mettici un nome così simpatico, aggiungi il fatto che è un’alga, anzi una microalga, coltivata con il minimo impatto ambientale possibile e immaginabile, infine un potere proteico infinito, tanto da definirla il “superfood del futuro”.
Sull’isola, la spirulina ha trovato le condizioni ideali per la sua coltivazione: basso tasso d’inquinamento, ecosistema vitale ed incontaminato, biodiversità marina e la mitezza del clima che la porterà a crescere rigogliosa per quasi tutto l’anno.
Quindi, con gli investimenti giusti, nel 2019 in Sardegna è partita la produzione di alga spirulina, con l’obiettivo di imporsi come maggiore produttore europeo.
Sebbene ne avessimo sentito parlare non l’avevamo mai provata. Finchè, la scorsa estate, in uno dei più creativi ristoranti di Alghero, la abbiamo trovata tra gli ingredienti delle tagliatelle di mare.
La pasta aveva preso il colore e il profumo delle alghe, era di un verde acceso e di un sapore marino con una nota dolciastra. Un piatto a dir poco delizioso, per chi, come noi, ama i piatti capaci di appagare i sensi tradizionali ma anche la curiosità che un viaggiatore porta sempre con se, anche a tavola!
Ci siamo sentiti astranauti degli abissi a gustare questi sapori del futuro.
Sa Pompia
La Pompia è un agrume che cresce solo in Sardegna, nella subregione della baronia, anzi, più precisamente a Siniscola, un paesotto dove non c’è casa che non abbia almeno due alberi di Pompia.
Questo frutto gode di un presidio Slow Food, creato dall’entusiasmo della popolazione per la salvaguardia della diversità.
Attualmente sono solo quattro i produttori del presidio, tra ristoratori e pasticceri di Siniscola.
Sa Pompia si presenta con una pelle molto porosa e gonfia, il suo colore è giallo scuro, sotto la scorza ha un grosso strato di bianco e una polpa dal sapore più aspro del limone.
La storia della pompia è abbastanza oscura e sconosciuta. Sembra un’esperimento genetico uscito male, ma pare sia nata dall’evoluzione di un agrume che iniziò ad bitorzolare la sua pelle e a far crescere le spine nei rami come reazione alla malaria.
Della pompia si usa la scorza esterna per fare il liquore detto Pompinello, profumato di arancio con asprezza al quadrato, ma dolce. Un’ottima e rara alternativa agli altri liquori di Sardegna.
Con la parte bianca si fanno le famose “aranzate”: si lascia a macerare lungamente nel miele fino ad ottenere una specie di cedro caramellato.
Le aranzate, rare e preziose, era tradizione servirle come bomboniere nei matrimoni del paese, oggi le puoi trovare in qualche negozio di dolci tipici sardi.
Noi abbiamo provato la pompia sulle seadas e in tutte le altre forme in una fantastica terrazza sulla piana di Siniscola, uno dei quattro produttori del presidio.
Le Orziadas
Tra i piatti più strani da mangiare in Sardegna ci sono queste piccole anemoni di mare, con lunghi tentacoli velenosi, che vengono servite impanate e fritte.
Sono considerate un piatto da re, non sono economiche perchè non facili da trovare e pescare.
Il loro sapore è di mare intenso e si perde nel croccante della semola, con la quale vengono delicatamente impacchettate.
Ma queste simpatiche anemoni di mare oltre che velenose sono anche carnivore.
In realtà non sono piante ma animali, si nutrono di piccoli pesci o crostacei che passano vicino allo scoglio al quale hanno deciso di attaccarsi e che paralizzano con i loro tentacoli urticanti!… Ricordatevi di mettervi i guanti quando le state cucinando!
Le orziadas vengono spesso servite come antipasto, o addirittura sulla pizza!
Noi le abbiamo mangiate ad Arbatax con la freschezza dello zenzero. Se volete provare qualcosa di unico non fatevele scappare.
Su Casu marzu
Il formaggio con i vermi non ha tanto bisogno di presentazione.
Esternamente sembra un formaggio normale, immobile, con una bella crosta robusta, ma all’interno, se fate attenzione, è una specie di super condominio movimentato e abitato da tanti piccoli esserini che vi stanno rubando l’aperitivo. Sono tanti vermicelli, una colonia nata apposta da una mosca, fatta posare apposta.
Il procedimento è molto semplice: si prende una forma di formaggio, si fa un intaglio nella crosta e si lascia da solo con una bella mosca speciale, a lei il lavoro sporco! La mosca poggierà le larve che si moltiplicheranno e cresceranno grassottelle e ben pasciute di formaggio.
Non appena superato lo schifo iniziale, per chi lo desidera, il gioco con i pastori è identificare i vermi, ripieni di formaggio, che scappano, per raggiungerli e mangiarli, con tutto il loro contenuto cremoso. Attenzione però perchè i vermicelli sono particolarmente arzilli e rischiano di saltarvi in faccia, beh cresciuti a proteine pare che siano campioni di salto in alto!
Il sapore è davvero molto molto forte e ovviamente la sua commercializzazione è illegale secondo il protocollo igienico sanitario dell’Unione Europea, beh non hanno tutti i torti!
Ma in Sardegna e non solo, quanto più le cose divengono fuorilegge tanto più si alimenta il mercato clandestino! Fatevi ospitare da qualcuno in Barbagia se volete assaggiarlo!
Su Filindeu
Il filindeu è una pasta per minestra dal procedimento laborioso almeno quanto gli ingredienti sono semplici: semola, acqua e sale.
E’ un piatto tipico della Barbagia, noi lo abbiamo mangiato a Nuoro in un ottimo ristorante di cucina tradizionale.
Ma è davvero raro trovare questo piatto nei menù: la leggenda dice che solo 10 donne in Sardegna li sappiano fare, ovviamente si preparano solo a mano!
Queste dieci piccole custodi della tradizione amano la manualità ma anche il calcolo combinatorio! Cominciano lavorando l’impasto per un’ora e poi ciascun piccolo panetto lo tirano e lo piegano per otto volte, da ogni panetto di circa un etto si creano 256 fili finissimi!
Filindeu infatti significa “fili di Dio” o meglio “capelli di Dio”. E in effetti anche secondo Grazia Deledda questo piatto avrebbero qualcosa di miracoloso.
Solo dieci donne custodi della tradizione
Questi fili, una volta tirati, vengono stesi su un piatto tondo realizzato con foglie di asfodelo, quando il piatto è pieno si prosegue a metterli nell’altro verso e poi vengono fatti essicare al sole o in casa a temperatura ambiente.
I filindeu vengono poi spezzati e cotti nel brodo di pecora, con una pioggia di pecorino sardo sopra.
Nella tradizione il piatto caldo dei filindeu rappresenta il piatto povero che veniva offerto ai pellegrini in arrivo, dopo un cammino lungo. Un piatto di accoglienza, di misericordia, quasi una reliquia sacra.
E dopo tanta tribolazione questi capelli di Dio nella minestra bollente quasi spariscono, sciogliendosi immediatamente per la loro delicatezza. Il loro sapore e la loro presenza è molto discreta e si accompagna al sapore invece spinto della pecora in brodo e alla sapidità del pecorino, che amalgama il tutto.
I filindei sono capaci di catapultarti nella cucina di nonna, nel calore della sua minestra, come un pellegrino che ha sempre bisgno di accoglienza, qualunque cammino stia percorrendo.
Questo articolo ha 8 commenti
Anche se ho appena finiti to di mangiare Baba mi ha fatto venire l’acquolina in bocca
Siamo contenti, l’obbiettivo era proprio quello. E’ bello viaggiare attraverso i sapori!
Non vedo l’ora di andare in Sardegna e seguire i vostri consigli!
Attendiamo fiduciosi ancora un pò che la situazione si sistemi e poi credo che avremo l’imbarazzo della scelta, nel frattempo ci prepariamo!
Non sapevo che la Sardegna fosse terra propizia per l’alga spirulina! Trovo sempre tante belle curiosità nei tuoi articoli, grazie
Grazie mille a te per leggerle con interesse! Io non la avevo mai assaggiata. Fino a questa estate avevo solo letto qualcosa in qualche articolo e poi avevo visto le confezioni di “polverina” in alcuni negozi specializzati. Il piatto descritto era la prima volta che la assaggiavo in qualche ricetta. Che ingrediente curioso! tu la conoscevi?
Mi incuriosisce molto l’alga spirulina, so che ha delle ottime proprietà e che alza il metabolismo. Le orziadas me le ricordo, le ho mangiate un paio di volte molti anni fa, veramente divine! Grazie davvero per tutte le informazioni, andrò al più presto a fare un bel tour gastronomico!
Ciao Noemi, non sapevo che l’alga spirulina avesse anche la proprietà di accelerare il metabolismo, allora devo farne scorta! Mi sembra giusto, un bel tour gastronomico solleva spirito, cultura e regala grande soddisfazione. Fammi sapere dove andrai!