Ed eccoci arrivati al viaggio enogastronomico: in queste pagine e negli articoli collegati che seguiranno ti forniremo tutto ciò che occorre per capire cosa mangiare e cosa bere in Islanda, con un attenzione particolare al cibo tipico, quello da ricercare ma anche quello da evitare. Inoltre tante idee su dove mangiare per goderti il viaggio sensoriale con un occhio al risparmio.
Sommario
- Il viaggio enogastronomico in Islanda
- I discutibili gusti culinari dei vichinghi
- Gli inquietanti piatti della tradizione islandese spiegati per bene
- I piatti più famosi della tradizione: cibo tipico in Islanda
- La festa del Porrablot
- I presidi Slow food in Islanda
- Cibo tipico in Islanda, i vecchi e i nuovi piatti della tradizione
Il viaggio enogastronomico in Islanda
Il viaggio enogastronomico islandese è quello delle delizie che provengono da fattorie solitarie disseminate per il paese e dalle acque pescose del Mar Glaciale. Ma non è sempre stato così per gli antenati degli islandesi moderni.
I discutibili gusti culinari dei vichinghi
Infatti quando si viene a conoscere i cibi tipici islandesi una domanda sorge spontanea: ma quanto caspita dovevano essere masochisti questi vichinghi, come minimo mettevano anche l’ananas nella pizza!!
Ma il motivo per il quale i cibi della tradizione islandese sono così discutibili e i vichinghi mangiavano così male non era dovuto a qualche medievale forma di autolesionismo, come il ketchup nella pasta, ma al fatto che trovare del cibo decente in una tundra ghiacciata non è mai stato facilissimo.
Consideriamo che secoli e secoli fa l’Islanda era anche più fertile e cresceva anche qualche cereale ma i colonizzatori che arrivarono per primi non furono tanto lungimiranti. Gli antichi abitanti per fare abitazioni e per riscaldarsi sradicarono la maggior parte degli alberi, in particolare le foreste di betulle anticamente presenti, rendendo di fatto il territorio islandese un luogo spoglio, senza alberi.
Fu proprio questo scempio indiscriminato unito all’aumento del freddo polare con la cosiddetta Piccola Era Glaciale medievale che rese la terra d’Islanda poco fertile e inadatta alle coltivazioni, lasciando di fatto le popolazioni nella loro miseria alimentare.
Gli inquietanti piatti della tradizione islandese spiegati per bene
Certo che doveva essere un mondo complicato per queste popolazioni infreddolite, con pochi materiali per proteggersi e riscaldarsi e pochissimo cibo a causa della terra poco fertile.
Questa povertà nell’alimentazione si rende evidente scoprendo quelli che sono i piatti tipici degli islandesi, veramente poco appetitosi quali lo squalo marcio e la testa di pecora.
I piatti più famosi della tradizione: cibo tipico in Islanda
Ecco i più famosi e longevi piatti tipici d’Islanda.
Lo squalo marcio detto hakari
Si tratta dello squalo putrefatto servito oggi a cubetti per i turisti con un bel pelo sullo stomaco. È sicuramente il piatto più famoso inventato dall’antica cucina islandese.
La procedura per ottenerlo è ancora quella di un tempo. La carne di squalo viene messa a seccare per molto mesi, coperta da sassi e sabbia perché deve essere schiacciata il più possibile al fine di far uscire i liquidi della sua carne. Questo perché l’urea in circolo nel sangue, in questo tipo di squalo, non viene eliminata naturalmente e risulta quindi tossica, fa schifo anche solo scriverlo! Non si tratta di squali qualunque, ma di una tipologia di squali detti della Groenlandia che sono l’essere più longevo del pianeta, pare che vivano fino a 500 anni, quindi immaginati quanti liquidi vecchi di secoli debba avere questo animale in circolazione nella sua carne. Ad ogni modo questo processo renderebbe le carni di questa tipologia di squalo commestibile ma con un fortissimo odore di ammoniaca. Infatti alla fase di essicazione tramite seppellimento segue una fase di essicazione all’aria per eliminare questo forte odore di ammoniaca (spoiler: non ci riescono).
La testa di pecora, lo svid
Altro piatto importante e impressionante della tradizione culinaria islandese. Una testa di pecora abbrustolita che viene prima bollita con tutto quello che c’è dentro e poi aperta in due per farne due abbondanti porzioni. Se il vostro cartone preferito è Grattachecca e Fichetto questo piatto fa per voi!
Hangikiot
Chiaramente degli animali non si buttava via niente quindi ecco un bel banchetto di interiora e testicoli di montone come main course, detto Hangikiot.
Il pulcinella di mare
Il pulcinella di mare era un piatto tipico molto amato. I pulcinella sono facili da catturare perché curiosi e amichevoli e si cacciano con un retino da pesca. Ora non vengono più cacciati in quantità ma non è comunque una specie protetta, quindi si trovano i piatti a base di pulcinella nei ristoranti più rinomati di Reykjavik.
Le uova degli uccelli migratori
Queste uova sono state cibo prelibato per queste popolazioni sempre alla ricerca di nuove proteine. Per rubare queste uova gli islandesi aguzzavano l’ingegno. Ad esempio facevano calare il più leggero tra loro da una rupe per arrivare ai nidi degli uccelli posti nelle scogliere e prendere le uova deposte. Ogni tanto qualcuno non riusciva a risalire su e precipitava senza alcuna possibilità di sopravvivenza, erano i rischi del vivere pericolosamente a due passi dalla Groenlandia. Dopo questo racconto potrai comprendere meglio quella aggressiva sterna artica che cercherà di bacchettarti la testa se ti vedrà arrivare un po’ troppo vicino al suo nido!
Carne di balena
In realtà non è mai stato un gran piatto della tradizione, le balene erano preziose soprattutto per il loro olio più che per le carni. È comunque un piatto con una certa allure. Nei ristoranti di alto livello si trova ancora la bistecca di balena oppure il sushi o sashimi di balenottera. Alcune fonti dicono però che in realtà la balena non venga più cacciata da questa parte del mondo e che quel che viene servito come carne di balena siano fondi di magazzino surgelati da molto tempo e conservati per la curiosità dei turisti. Un piatto tipico davvero era invece il grasso di balena fermentato nel latte acido.
Pinne di foca stufate
Un piatto prelibato per tutte le popolazioni dell’artico non solo per gli islandesi. Ma poteva andare peggio, in Groenlandia servono la carne di foca ripiena di uccelli marini, in Islanda invece la si può trovare nella forma di foca-pie.
La festa del Porrablot
Agli islandesi piace ricordare le proprie origini anche a tavola e ogni anno, a metà inverno imbandiscono le tavole con i vecchi cibi della tradizione. Ma attenzione che non si tratta di cibi particolarmente ambiti o appetitosi. Però la tradizione è tradizione e se vuole che una volta all’anno si celebri quella povertà di scelta mangiando pesci putrefatti e occhi di pecora bolliti chi siamo noi per mettere in dubbio le tradizioni degli altri?
Perciò, se ti capita di essere in Islanda verso metà/fine gennaio, sarà interessante partecipare a queste manifestazioni e anche assaggiare piccoli bocconi di queste imperdibili prelibatezze. In genere si organizzano serate conviviali e si imbandiscono così le tavole con musiche tipiche di sottofondo. Si celebrano gli antenati decisamente più sfortunati per la dieta da seguire, realizzando una vera e propria penitenza collettiva in memoria dei tempi andati. Ma grazie agli antenati e ai loro sacrifici esiste per tutti un mondo più vivibile (per ora) quindi è più che giusto celebrarli e celebrare il cibo della tradizione per una volta all’anno. La povertà e le difficoltà della arcaica società islandese non è più vissuta come un’onta o una vergognosa caratteristica. Piuttosto diviene una delle varie sfumature che costruisce la propria peculiare identità.
Il Porrablot è una ricorrenza molto antica che nasce per festeggiare gli Dei pagani fin da quando si ringraziava la loro grandezza con i sacrifici animali. Adesso il sacrificio è giusto sopportare l’odore di ammoniaca per cementificare l’identità nazionale.
I presidi Slow food in Islanda
L’Islanda è anche ricca di presidi Slow Food. Una terra del genere, devota alla lentezza, ai frutti della terra, alla tradizione e che celebra l’identità nazionale attraverso il cibo non può che presentare numerosi presidi slow food.
Ecco gli attuali presidi slow food islandesi:
- la capra islandese
- la gallina islandese dei coloni
- il delizioso skyr tradizionale islandese.
Se vuoi saperne di più (scelta assolutamente consigliata) visita il sito ufficiale dei presidi slow food d’Islanda.
Cibo tipico in Islanda, i vecchi e i nuovi piatti della tradizione
In questo articolo abbiamo quindi raccontato del cibo tipico e tradizionale islandese, per scoprire altro sul viaggio enogastronomico islandese continua a leggere: