Cosa vedere ad Arles: i luoghi dipinti da Van Gogh

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Visitare Arles attraverso Van Gogh

Scopriamo cosa vedere ad Arles attraverso i luoghi dipinti da Van Gogh nei suoi quadri più famosi.

Facciamoci guidare dal nostro irrequieto pittore che arrivò ad Arles alla ricerca di un clima migliore e di ispirazione artistica, e dove trovò luci, ombre, girasoli e distese di grano vaste come il mare, da riprodurre nelle sue tele.

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Circuit Van Gogh: il punto in cui il pittore poggiò il cavalletto per dipingere la casa gialla

È facile scoprire i luoghi del pittore perché sparsi per la città vi sono dei pannelli che indicano l’esatto punto in cui l’artista si fermò a dipingere i suoi quadri.

Si chiama Circuit Van Gogh, un percorso di una decine di tappe, un modo suggestivo e originale per scoprire la città di Arles.

E’ possibile trovare mappe e informazioni sul Van Gogh Walking Tour nel sito del Turismo di Arles.

Ecco l’itinerario scaricabile del sito del comune di Arles

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Sembra un quadro di Van Gogh ma è solo uno scorcio notturno di Arles

Cosa vedere ad Arles attraverso i quadri di Van Gogh

Come prima cosa facciamo attenzione alla campagna, ai campi della Camargue e della Provenza che hanno ispirato il nostro artista impaziente, il quale è riuscito a contrastare la sua innata malinconia grazie alla forza dei colori della natura.

Cosa vedere ad Arles: la casa gialla di Van Gogh

Ecco Vincent, appena arrivato in stazione ad Arles da Parigi, pieno di buone intenzioni e desideroso di dipingere con entusiasmo e passione. Ci accompagna verso la sua casa gialla che si trova in Place Lamartine e all’interno della quale aveva dipinto la sua famosa camera da letto.

La casa gialla ora ha cambiato colore e appartiene a privati, ma è ancora possibile immaginare Van Gogh mentre riproduce quella casa che aveva preso in affitto per realizzare il suo grande sogno di creare un rifugio per artisti. Credeva nella forza della solidarietà tra pittori ma purtroppo l’obbiettivo crollò insieme alla sua amicizia con Gauguin che visse con lui per un pò di tempo.

Arena ad Arles
La bellissima arena di Arles

Le rovine romane, les Alychamps e gli altri monumenti

Il nostro pittore amava passeggiare lungo “Les Alychamps”, i campi elisi di Arles che dipinse in tante versioni. Osserviamo i suoi maestosi pioppi riportati nei dipinti e i sarcofaghi che sono ancora presenti.

I cittadini di Arles, con i loro abiti tipici, amavano ritrovarsi nella bellissima arena romana, ancora perfettamente conservata. La corrida è finita e gli spettatori rendono omaggio ai toreri, ecco Van Gogh che si affretta a finire di dipingere “Spettatori nell’arena”.

Il Cafè Van Gogh e i criptoportici

È finalmente giunta l’ora di prendere un caffè o un aperitivo al Caffè Van Gogh in Place de Forum. Il nostro pittore lo dipinse sia all’esterno che all’interno con i quadri “Terrazza del caffè la sera” e “Il caffè di notte”.

Mi piace immaginare Van Gogh in uno dei tavolini del caffè, mentre scrive una lettera al fratello Theo per condividere con lui la sua rinnovata passione artistica e l’entusiasmo per la scelta del trasferimento ad Arles.

Cafè Van Gogh
L’esterno del Cafè Van Gogh: Baba e Mauro riproducono lo scenario della tragedia che culminò con la ferita all’orecchio

La piazza che ospita questo caffè è particolarmente interessante perché sotto di essa vi sono i criptoportici: due serie di gallerie sotterranee piene di negozi ed esercizi commerciali. L’ingresso è però talmente nascosto da far perdere il senno anche al più paziente tra gli impressionisti. Attenzione anche all’orario di chiusura che, secondo la stagione, è tra le 17 e le 19.

Fu proprio in questo caffè che Van Gogh litigò con il suo amico Gauguin per una ragazza – secondo una delle tante versioni della verità – e, a seguito di questa contesa, si mozzò l’orecchio che “donò” alla cameriera Gabrielle.

Il cielo stellato sul Rodano e il ponte di Langlois

Dopo questi ricordi la notte ad Arles appare ancora più scura, consoliamoci facendo una passeggiata serale sul lungofiume.

Arriviamo nel punto in cui Van Gogh si fece ispirare dalle luci sul Rodano e dalle stelle nel cielo per il suo capolavoro Notte stellata.

Poco fuori dal centro città si trova il ponte di Langlois, riprodotto numerose volte dall’artista nei suoi quadri.

La fondazione Van Gogh

Van Gogh diede tanto ad Arles, eppure dei 300 quadri che egli vi dipinse non ne è rimasto neppure uno.

In città troverete però la curiosa fondazione Vincent Van Gogh, una galleria d’arte che ospita mostre temporanee con opere di tanti artisti che si sono ispirati a Van Gogh.

fondazione Vincent Van Gogh ad Arles
La fondazione Van Gogh di Arles

Anche la fondazione sorge in una ambientazione di Arles riprodotta da Van Gogh, il suo chiostro è infatti ancora simile a Le Jardine de la maison de Santè.

Van Gogh a Saint Remy

I segni del passaggio di Van Gogh si possono trovare sopratutto a Saint Remy. In questo ospedale psichiatrico il pittore è stato molto ammirato e rispettato per il suo talento, anche se questo non gli ha impedito di arrivare al suicidio.

Dopo che si mozzò l’orecchio, stanco e malato e necessitando di silenzio e pace si fece ricoverare all’ospedale psichiatrico ex Monastero oggi chiamato Saint Paul de Mausole dove troverà la tranquillità sufficiente per vivere un periodo artistico molto proficuo.

Oggetto del suo studio artistico fu il giardino dell’ospedale e la sua mente malinconica fu consolata dai fiori e dalla luce della primavera.

campagna Van Gogh
I colori dei giardini dell’ospedale che ispirarono Van Gogh

Anche a Saint Remy de Provence è stato ideato un percorso artistico pedonale per conoscere la città attraverso la vita e le opere dell’artista.

Mi piace immaginare “la nostra guida per un giorno” mentre si lascia ispirare dai campi di lavanda, gli iris e il mare infinito delle spighe del grano, e scegliere, tra i colori della sua tavolozza, i gialli più luminosi per rappresentare l’abbraccio della natura, quello che lui ha regalato a noi con le sue splendide opere, e che, dopo aver visto i luoghi dove sono state create, amerete ancora di più.

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Questo articolo ha 3 commenti

  1. Giuseppe

    Che dire. Nulla. Tanta immensità vuole il rispetto del silenzio ammirato. Qualsiasi commento sarebbe banale.

    1. Babaviaggia

      Buongiorno Giuseppe, ti ringrazio per il tuo commento. Potremmo farci guidare da Van Gogh anche nella vita sognando i nostri viaggi e poi “dipingendoli”. Un caro saluto

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