Una delle cose più belle da fare in Sardegna è andare a scoprire e conoscere la storia dei giganti di Mont’e Prama: le statue erette in onore dei guerrieri di Atlantide.
Sommario
- I giganti di Mont’e Prama: un ritrovamento casuale
- In Sardegna la storia è scritta nelle pietre
- Mont’è Prama, la collina dei giganti
- I giganti di Mont’e Prama
- Come è fatto un gigante
- Eroi o giganti?
- Il mistero di una popolazione bassa
- Chi ha sconfitto i giganti?
- I giganti riscrivono i libri di storia
- Dove si trovano i giganti
- Il Museo civico di Cabras
I giganti di Mont’e Prama: un ritrovamento casuale
Nel 1975 un medico di un paesetto stava passeggiando lungo una gialla stradicciola polverosa di campagna quando vide nel muretto che segnava la proprietà di un contadino una pietra che attirò la sua attenzione.
Chiese conto della pietra al contadino che gli racconto della volta in cui, mentre lavorava la terra con il suo aratro, la lama si spezzò a causa di quel grosso sasso.
Forse per istinto, forse per dna, forse per ricordi di una lontanissima vita precedente, il contadino si riappacifica con la pietra e decide di estrarla e di portata a casa.
La pietra era così piatta che poteva essere utilizzata come tavolaccio per i suoi lavori in casa, ma era così bella con quegli strani disegni che decise di metterla come pietra angolare, al posto d’onore nel muro di cinta.
Il medico capi subito che non era una pietra normale, se pietre “normali”, cioè senza passato, si possa dire che ne esistano ancora in Sardegna.
Così si fece accompagnare dal contadino dove l’aveva trovata. Tempo qualche settimana Mont’e Prama divenne il sito archeologico più importante della Sardegna di questi ultimi 50 anni.
In Sardegna la storia è scritta nelle pietre
La morale della storia è che girando per la Sardegna occorre stare ben attenti a tutti i massi strani che vedrete nei muretti a secco. Del resto anche la più antica statuetta della Mater Mediterranea conservata al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari ha più o meno la stessa storia. Ma quella statua della Dea Madre aveva una forma così allungata che fu utilizzata per fermare la catene del maiale più grosso della fattoria di un contadino di Senorbì. E ci volle tempo prima che venisse riabilitata al suo ruolo regale, dalle stalle alle stelle!
Inoltre, a seguito della disastrosa legge delle chiudende del 1820 – con la quale si trasformò la proprietà collettiva che fino a quel momento esisteva in Sardegna, in proprietà individuale – tutti coloro che dovevano crearsi la loro proprietà privata non si sottrassero dal prendere i massi che trovavano nei dintorni, anche se questo significava distruggere nuraghe o tombe dei giganti.
Potenzialmente ogni pietra può raccontarci qualcosa che potrebbe portarci a riscrivere la storia di questa Isola misteriosa che è la Sardegna o del Mediterraneo intero.
Mont’è Prama, la collina dei giganti
Negli anni ’70 iniziarono così gli scavi della zona con il ritrovamento di numerosissimi reperti e si scoprì che circa 2.850 anni fa Mont’e Prama, il monte delle Palme Nane, era una Necropoli di giganti ed eroi.
Purtroppo, dopo le campagne si scavo che si conclusero nel 1979, i più di 5.000 reperti ritrovati furono abbandonati nei sottoscala del Museo Archeologico di Cagliari per trent’anni!
Solo nel 2007 a seguito di una assidua campagna informativa del partito indipendentista si arrivò ai primi stanziamenti necessari per il restauro delle statue.
I giganti di Mont’e Prama
A Mont’e Prama si ritrovarono i resti di numerose statue che erano state distrutte e sepolte da quasi 3000 anni.
I giganti sono statue alte e massiccie, scavate nella bianca pietra arenaria locale e nel mistero.
Per chi erano state realizzate queste statue, chi rappresentavano e perché erano state distrutte!? Sono questi i misteri ai quali la ricerca sta cercando di rispondere.
Finora ne sono state ritrovate 28, raffigurano arcieri, guerrieri, pugilatori. Hanno diversi accessori, chi ha un pugnale, chi ha uno scudo e un guanto uncinato o un pugno di ferro. Alcuni hanno un’armatura, altri solo un gonnellino o un elmo con le corna. Si presume quindi che fossero combattenti, divenuti eroi per la popolazione.
Come è fatto un gigante
La loro testa è grande con occhi tondeggianti formati da cerchi perfetti scolpiti nella pietra con un compasso millenario, la boccuccia è rappresentata da una minuscola fessura, senza espressione, due sottili scavi per le narici, naso e fronte pronunciata.
La fattura di questi giganti, in particolare degli occhi, è talmente perfetta da sembrare di origine non umana, ma piuttosto magica e aliena. Occorre dire che i nuragici erano comunque soliti fare cerchi nelle pietre anche in epoca precedente ai giganti di Mont’e Prama, come dimostrato dalla stele di Mamoiada che risale al 3.500 a.c..
Eroi o giganti?
Molto probabilmente il modello o l’idea di creazione ha preso come base i bronzetti nuragici.
Sembrerebbe trattarsi di opere scultoree che i nostri antenati dedicavano ai loro morti, probabilmente morti da eroi in battaglia.
Secondo gli studiosi dovevano essere esposte in fila, lungo una via cerimoniale di una necropoli importante, posate sulle loro stesse sepolture, a formare un esercito di statue. Un cimitero monumentale nuragico dedicato ad eroi guerrieri.
Il mistero di una popolazione bassa
Come ben spiega questo bellissimo sito vi è una credenza popolare che vedeva la Sardegna del passato abitata da Giganti. Questo era dovuto alla leggenda che solo dei giganti dalle braccia forti potevano spostare i massi pesanti per costruire e abitare delle fortezze perfette come i Nuraghe. Così come le prime fosse che sono state ritrovate piene di ossa davano l’idea di una tomba per un unico individuo gigantesco e non per una interà comunità, come in realtà furono quelle che vennero poi chiamate tradizionalmente Tombe dei Giganti. E queste leggende sono ancora più emblematiche se si pensa che l’altezza media di noi sardi non è certo altissima!
Le statue dei giganti, alte dai 2 ai 2 metri e mezzo non rappresentano quindi giganti vissuti nel passato ma persone normali con una storia e un coraggio gigantesco.
Chi ha sconfitto i giganti?
Ma i misteri non sono finiti perchè non solo non sappiamo molto sulla loro origine e storia, ma sopratuutto è ancora ignoto chi e perchè abbia distrutto le statue e le abbia conservate nella fossa dove sono state ritrovate.
Sì, perchè ciò che rimane delle statue fu ritrovato dentro una fossa, la necropoli della necropoli.
Un popolo nemico conquistatore che sottomise il popolo indigeno nuragico e distrusse con violenza ogni segno della loro grandezza precedente. Una condanna della memoria che potrebbe essere stata scatenata dall’odio dei fenici o dei cartaginesi che tentarono di cancellare la storia gloriosa delle popolazioni locali.
I giganti riscrivono i libri di storia
La scoperta dei giganti di Mont’e Prama ha rimesso in discussione e richiesto la revisione della storia del Mediterraneo.
Un recente studio sulla datazione al radiocarbonio effettuata da un prestigioso laboratorio della Florida collocherebbe queste statue a circa 2.870 anni fa. Questo le colloca in un tempo precedente alle statue etrusche e greche, diventando così la più antica civiltà del mediterraneo.
Ciò sottolinea l’esistenza di una civiltà nuragica non certo debole o marginale ma forte e tecnicamente avanzata. In grado di realizzare e trasportare queste statue enormi, rideterminando quindi il riequilibrio dei poteri tra le antiche genti del mediterraneo. Nell’Olimpo degli altri grandi popolo mediterranei, tra i romani, greci ed egiziani vi erano anche queste popolazioni nuragiche.
Tale scoperta meritava più interesse internazionale fino alla riscrittura dei libri di storia per integrare questi nuovi equlibri del Mediterraneo.
Dove si trovano i giganti
Finalmente i giganti hanno trovato una loro nuova casa, una degna esposizione per la loro grandezza, anzi due, essendo conservati in parte al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e in parte al Museo Civico di Cabras.
Se stai pensando ad un viaggio a Cagliari e dintorni aiutati con la nostra Guida per viaggiatori curiosi.
Il Museo civico di Cabras
Nel Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras – oltre ai giganti vi sono altri interessanti patrimoni storici.
Notevoli e numerosi sono i reperti ritrovati a Tharros e nel sito preistorico Cuccuru is Arrius. Fatevi aiutare dalle bravissime e competenti guide a ricostruire la storia antica della penisola del Sinis.
Gli scavi nel Mont’e Prama si può dire che siano appena iniziati, e il museo è in continua ristrutturazione, evoluzione ed ampliamento. C’è ancora un’intera collina da scavare e una civiltà “nuragigantesca” da portare alla luce e celebrare con gli onori che merita.
Questo articolo ha 2 commenti
Grazie a Voi ho scoperto qualcosa per me mai saputo…!
Grazie a te Gabriella per il tuo messaggio, ci rileggiamo presto e iscriviti alla newsletter per conoscere altre curiosità di viaggio!