Attenzione! Leggere questo articolo può nuocere gravemente alla vostra dieta! Poi non dite che non vi avevo avvisato!
Ecco cosa mangiare in Sardegna. Cominciamo con una panoramica dei primi piatti più tipici, distinti secondo la subregione d’origine, anche se, salvo qualche eccezione, li troverete in tutta l’isola magari con qualche interessante variante.
Sommario
Culurgiones d’Ogliastra
Partiamo a bomba con un prodotto a marchio igp, anzi partiamo con queste bombette di sapore.
Un sottile strato di pasta fresca che contiene un ripieno morbido ed esplosivo, in genere preparati con patate, pecorino e menta e conditi nei modi più diversi.
La loro peculiarità è la chiusura a spiga di grano “sa spighitta”, che li rende non facili da preparare perché ci vuole grande manualità ed esercizio, altrimenti si rischierebbe di perdere nell’acqua bollente il contenuto del culurgiones, e sarebbe un gran peccato!
Il culurgiones, con questa sua ricchezza di sapore e di forme non è mai stato solo un alimento, ma da sempre ha la fama di regalo prezioso.
Quando ero bambina ricordo che per Natale si usava regalare vassoi di questa pasta fresca come dono, da fare al dottore del paese o al notaio, magari insieme ad una bottiglia di moscato fatto in casa.
In Sardegna sono sempre stati il piatto delle grandi occasioni, anche nel mondo contadino. Benedetti dal “timbro” della spiga del grano, da sempre simbolo di fertilità e pace per la nuova annata.
È proprio sa spighitta che li ha resi speciali e ne ha limitato la diffusione, sia nella grande distribuzione che nelle cucine casalinghe.
Se volete cimentarvi però ci sono diversi tutorial di signore sarde che possono aiutarci!
Ravioli sardi o Culurgiones
In alcune parti dell’isola “culurgiones” è la parola utilizzata per indicare genericamente i ravioli sardi.
Bisogna quindi distinguere i culurgiones d’Ogliastra con marchio igp e chiusura a spiga di grano con i ravioli sardi che in genere hanno il ripieno di ricotta e bietole, ricotta e zafferano sardo oppure al formaggio, secondo la subregione nella quale li state guastando.
Zuppa cuata in Gallura
La zuppa cuata, cioè nascosta, è una specie di lasagna preparata con il pane carasau o anche con il pane raffermo. La zuppa è appunto nascosta, perché il brodo (in genere di pecora) è utilizzato soltanto per inzuppare il pane che poi viene alternato a strati di pecorino.
Un piatto povero e semplice e di chiara origine contadina, ma che oggi ha la reputazione di primo piatto tipico da mangiare anche nelle occasioni importanti, ad esempio nei matrimoni galluresi.
Come fa ad essere così speciale un piatto che ha come ingredienti di base il pane raffermo e il brodo “coatto”? Tutto quel formaggio che si fa crosta saporita fuori e cuore filante dentro! Provare per credere!
Malloreddus del Campidano
Anche i malloreddus o gnocchetti sardi sono dei primi piatti tipici della festa o delle sagre paesane, in questo caso sono originari del campidano, quindi partiamo verso il sud Sardegna.
La parola malloreddus deriva da su malloru, che in sardo è il toro.
Il toro per i sardi ha sempre rappresentato una divinità, anche in cucina in formato ridotto perché non si tratterebbe tanto di tori quanto di piccoli tori, vitellini (malloru pitticcheddu = malloreddus).
Sono fatti con la semola di grano duro, e artigianalmente per dargli la forma si può usare una tavoletta di legno, si usava anche un setaccio di paglia, detto su ciuliri.
Gli gnocchetti sardi potete trovarli anche in commercio, prodotti dalle più importanti marche di pasta italiane. Ma c’è una certa differenza – non solo nel sapore ma anche nella forma – tra quelli industriali o artigianali, ma anche tra gli industriali realizzati in Sardegna o in continente.
La fregula sarda
Questa è una pasta antichissima, pensate che la sua ricetta e la sua preparazione erano regolamentate già nel XIV secolo.
Lo statuto dei Mugnai di Tempio Pausania stabiliva anche che dovesse essere preparata solo dal lunedì al venerdì per il contingentamento dell’acqua!
La freulo o fregola si ottiene mescolando a lungo e con grande pazienza acqua e semola in un recipiente di terracotta, fino ad ottenere delle palline più grosse che vengono tostate in forno.
La fregola può essere condita come si vuole, anche se la versione più tipica è con le arselle (o cocciule, o telline) oh Baba finalmente ci segnali una ricetta di mare in un’isola con quasi 2000 km di costa!
La fregola è quindi simile al cous cous, può avere diverse dimensioni e quella artigianale è fortemente irregolare, ogni granello, anzi ogni briciola di fregula ha la sua forma, come i fiocchi di neve.
Pensate quindi a quante contaminazioni ha avuto prima di arrivare a noi: potrebbe aver avuto origine o derivazione dagli scambi commerciali con fenici o punici o potrebbe essere stata solo semola del sacco dei sardi, questo ancora non ci è dato saperlo.
Nel dubbio, mangiamoci un bel piatto di fregula con cocciula dove sentiremo sia il sapore arcaico e terroso della Sardegna che il vento salmastro di maestrale proveniente del mare.
Cosa mangiare in Sardegna… per cominciare
I piatti che vi ho elencato sono solo alcuni dei primi piatti tipici dell’isola, il minimo indispensabile per essere pronti ad andare in Sardegna e a non morire di fame.
Questi piatti con l’andare del tempo sono stati ovviamente cambiati, arricchiti e hanno subito contaminazioni tra i popoli.
Perciò se siete già stati in Sardegna, o quando tornerete a casa dal vostro prossimo viaggio, raccontateci nei commenti quale variante di questi piatti avete trovato e i condimenti che sono stati utilizzati. Fatelo per la scienza!
p.s. Tra le cose da mangiare in Sardegna, se volete passare subito al dolce documentatevi sulla migliore seadas di tutta la Sardegna.